Perché leggere IL LEADER COACH?

domenica 29 luglio 2012

La forza di una mente calma

Frangilli, ultimo tiro, solo il centro prefetto, vale la medaglia d'oro per la squadra.

Cosa ti passa per la mente in quel momento?

L'occasione persa a Pechino la scorsa Olimpiade? I quattro anni di duro allenamento, che ti giochi all'ultimo tiro? La tensione dei compagni di squadra, che sanno che tutto dipende da te? Uno stadio che ti guarda e le migliaia di persone collegate da tutto il mondo?

Un peso che ti schiaccia. Un peso troppo forte da reggere.

La prestazione non è fisica, c'è qualcos'altro che comanda i muscoli.

Il centro perfetto è frutto di una coordinazione di tempo e movimenti, millimetri e centesimi di secondo, che la sola "mente conscia" non può reggere.

Come si fa allora? Ecco in sintesi uno degli approcci all'allenamento mentale per la prestazione sportiva: ti svuoti di tutto.

Zero pensieri, zero ego, zero attaccamento alla medaglia.

Sei lì, stai facendo ciò che più al mondo ti piace fare.

Ti fidi di te, sai che in quel momento sei connesso con tutto, e c'è qualcosa di più grande della tua stessa comprensione che guiderà la perfezione dei tuoi movimenti. Sei felice per questo e puoi liberare il 100% del tuo potenziale.

 

C’è un bellissimo scritto di Tranxu, grande saggio cinese:

“Quando l’arciere tira senza ambire a un premio particolare, ha tutte le sue capacità; quando tira per vincere una fibbia d’ottone, è già nervoso quando tira per un trofeo dorato, diventa cieco, vede due bersagli e perde la testa. Le sue capacità non sono andate perdute, ma il premio lo turba. Per lui è importante! Pensa più a vincere che a tirare, e il bisogno di vincere gli toglie la sua abilità”.



Questo approccio ai risultati mi guida nel lavoro sportivo, aziendale e nella stessa vita.

Il successo è una conseguenza, non un obiettivo.

Che ne pensi?



venerdì 27 luglio 2012

LA GARA DELLA VITA: OLIMPIADI 2012

Arrivano da ogni angolo del mondo.
Anche dove c’è miseria, guerra, e oltraggio ai diritti umani. E spesso sono proprio loro i più forti.

Hanno sognato fin da piccoli quella gara. Hanno sognato più di tutti quella medaglia.
Hanno immaginato di salire quei gradini del podio mille e mille volte nella loro testa.

Hanno forse pensato ad un riscatto da quella vita ingiusta. Continuando a sperare che un giorno fossero ripagati gli anni di sudore, fatica, sacrifici e duri allenamenti, a volte con attrezzature improvvisate, poco sicure e non idonee.

Cosa spinge queste persone?
Cosa li porta a ripetere migliaia di volte un gesto atletico, cercando l’inarrivabile perfezione, e raggiungere i limiti del dolore e della fatica fisica e mentale?

Non è un mistero. Siamo stati programmati biologicamente per questo...

Per noi esseri umani, unica specie animale “non specializzata”, la natura ha fatto sì che la “sfida dei nostri limiti" divenisse una fonte di piacere.

Il desiderio di sviluppare nuove capacità deriva da un'esigenza di salvaguardia della specie. Non è quindi un caso che ancora oggi la vita premi queste persone.

Non ci sono quindi più dubbi: la più profonda spinta motivazionale nasce da stimoli interni. La gratificazione basata sull'autoefficacia è quanto di più appagante esista per un essere umano.
Anche i neonati godono visibilmente quando al movimento della loro mano corrisponde il suono dei campanelli sulla culla: hanno per la prima volta generato un effetto sul mondo.


Che apprendimento per le organizzazioni?
Semplice: oltre alla più immediata delle gratificazioni, e cioè il riconoscimento esplicito di un buon lavoro in tempo reale (nello sport: l’abbraccio dopo un punto realizzato), c’è la creazione delle condizioni per realizzare quel punto. Quindi fornire alle persone i mezzi per fare la differenza, per giocare la propria gara e dimostrare di poterla vincere.

Ovvio, non tutti se la giocheranno. C’è anche chi starà a guardare (e di solito adora criticare) e c’è chi si aspetterà di “vincere facile”.
Non fa niente. La maggior parte risponderà ai principi biologici di salvaguardia ed evoluzione della specie. Ci saranno sempre “atleti” che continueranno a sudare, a fare sacrifici, a giocare, ad allenarsi, spesso senza gli attrezzi più idonei.

Questi sono i veri campioni. Questo sono coloro che stanno costruendo il proprio futuro. Sono coloro a cui quando sarà fornita l’occasione della gara della vita... porteranno in patria la medaglia. E che piangeranno per diverse notti, ripensando a quanto è costata, felici di essere stati tra coloro che per anni hanno continuato a crederci, nonostante tutte le avversità e i momenti difficili incontrati sulla strada.

 

martedì 10 luglio 2012

Diventa coach! Audiocorso di 1 ora

Il mio primo audiocorso di 1 ora l'ho realizzato per il portale Piuchepuoi.it, tra i più seguiti in Italia da chi è interessato al proprio sviluppo personale.  Questo il titolo:

"Diventa Coach!"
come diventare un coach professionista


In realtà mi sono molto concentrato sul come diventare coach ECCELLENTE  divertendomi a raccontare un sacco di episodi della mia vita.
Li ho usati per spiegarti cosa può fare davvero la differenza nel coaching  (secondo il mio punto di vista, ovviamente).


Dai un'occhiata alla scheda e scopri se può interessarti portare a casa un po' della mia esperienza, consolidata in 10 anni di "onorato servizio"! (per €19 + iva)

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Dimenticavo! C'è anche una mappa mentale che riporta i contenuti principali ed un report concettuale di sintesi.