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mercoledì 5 settembre 2012

La crisi delle inutilità

Ecco, ho avuto un’altra spiegazione della crisi.

Ero in auto in attesa di un amico e tiro fuori il mio libro; sono ben presto interrotto da un fastidioso rumore gracchiante. Cosa vedo?

Un addetto alla manutenzione del verde, che muove maldestramente un attrezzo: un “coso” che sputa aria compressa, che serve a spingere le foglie appena tagliate nella direzione desiderata.

Forse l’aria sarà troppo forte, o lui non era così preciso, ma continuava a rincorrere le foglie da un lato all’altro, per poi ricominciare da capo,  continuando a dare sonore “sgassate” da formula uno, che non credo turbassero solo la mia quiete...

Allora mi chiedo: ma non era più facile usare una scopa???

Cioè, questo tipo sta impazzendo nel far volare le foglie da una parte all’altra... Ma poi come le raccoglierà? Ci sarà qualche altra diavoleria automatica per spingerle nel bidone?

Così mi sono chiesto: ma era proprio necessario?
Quante persone coinvolte... tra chi ha avuto l’idea, gli ingegneri che ci hanno lavorato per mesi, chi ha fatto il prototipo, il collaudo, la certificazione per la sicurezza, il produttore di semilavorati, l’assemblaggio, gli agenti di vendita, il trasporto, i rivenditori... Si, è vero, questo aggeggio ha dato lavoro ad un bel po’ di persone, ma... era davvero necessario?

Cioè: aggiunge davvero VALORE alla nostra vita? 
Quale? Ci fa risparmiare prezioso tempo? (che poi passeremo davanti alla tv) No, perchè il tipo ce ne sta mettendo il doppio.
Ci fa risparmiare il consumo di qualche caloria nel movimento? (che poi andremo a smaltire in palestra) Non credo, mi sembra che “il coso” pesi molto più di una scopa di saggina .
(di certo consuma energia, che sappiamo oggi deriva al quasi totalmente da combustibili fossili inquinanti)

Penso allora che sia questo lo scopo della crisi: liberarci delle cose inutili.

Anzi, di “aggiornare” il significato del termine VALORE. Perchè la questione nasce quando scopriamo che abbiamo attribuito valore a ciò che non lo aveva...

Per quanti prodotti e servizi in circolazione stiamo attuando questa "revisione"? Magari ne stiamo facendo a meno perchè abbiamo meno liquidità, ma poi ci accorgiamo che in effetti non erano così importanti.

Purtroppo molte persone stanno momentaneamente perdendo il proprio lavoro per questo motivo, un evento drammatico, ma potranno recuperarlo a breve se, loro o altri, avranno la capacità di “produrre” qualcosa che porti nuovo e vero valore alla COMUNITA'...
(se non vediamo chiaramente cosa, è il segno che è ancora in corso l'aggiornamento del software “Valore 2.0”...)

Questa la mia riflessione di oggi. L’ho presa “troppo larga”?
Che ne pensi?

      

4 commenti:

Mattia Rossi ha detto...

Possiedo uno di quei cosi per il mio giardino e testimonio la sua utilità. Ma anche e soprattutto testimonio che bisogna saperlo usare, altrimenti è vero: le foglie si sparpagliano e lavori il doppio (oltre all'inquinamento acustico e motoristico). A seconda che usi la scopa, l'aspiratore o il soffiatore, le foglie reagiscono in modo diverso.
E allora? La differenza la fa la nostra capacità di accompagnare il cambiamento applicando i paradigmi di volta in volta adeguati.

Davide Tambone ha detto...

Ebbene Mattia, non posso che essere daccordo.

Ho generalizzato nel mio esempio del "coso" per arrivare ad una riflessione su come cambia il contesto socio/economico e come ci richiede di cambiare.

Cosa che tu hai colto benissimo ;-)

Anonimo ha detto...

Ciao Davide, sempre acute e interessanti le tue osservazioni.
Come recita (pressapoco) un brano della colonna sonora del film "into the wild": .. ad un certo punto ci convinciamo di avere bisogno di molto più del necessario e che "quello" sia il minimo il necessario per vivere.
Non so se era meglio una scopa ma sono d'accordo con te sulla necessità di dare un nuovo valore alle cose .. non tutto il vecchio è "da buttare" e non tutto il nuovo è "meglio". ciao ale

Unknown ha detto...

Anche io me lo ero sempre chiesto e sono felice di scoprire che non sono l'unica ad osservare il valore superfluo di questo aggeggio. Mattia dice che è utile ma non mi spiega come, quindi il suo commento è un semplice punto di vista suo personale, non un dato di fatto.
Io personalmente sono infastidita, oltre che dall'esagerato rumore che devo sopportare ad ogni autunno, anche dall'avere una coscienza turbata da tanto spreco. E dire che sono a favore dell'evoluzione, del cambiamento e della necessità di adattarsi ai tempi che cambiano. Ma mi rifiuto di soccombere all'adattamento del superfluo... La saggezza per me è una componente fondamentale del progresso che spesso, purtroppo, non viene sufficientemente considerata.
Rossana Chiarelli