Perché leggere IL LEADER COACH?

mercoledì 20 febbraio 2013

Guardare la foresta anzichè l'albero...

Tenetelo bene a mente: non governa il più saggio, il più capace, il più onesto...

Governa semplicemente la rappresentanza della popolazione italiana.

 

Per cui non vi dispiacete, qualsiasi sia il risultato di queste consultazioni.


 
Provo a drammatizzare allo scopo di spiegarmi meglio.
 

L'11 settembre 2001 di fronte alle immagini delle Torri Gemelle, guardavo in tv le reazioni di una parte del mondo che piangeva ed un'altra che festeggiava. Sembrava paradossale, ma mi chiesi come avrei reagito se per puro caso fossi nato in una tribù talebana.
Ho vissuto lo stesso dilemma tanti anni prima, scoprendo che i pellerossa non erano i cattivi... Ma in fondo neanche i bianchi. Ho letto diversi libri su quel periodo ed ho capito tante cose in più rispetto a ciò che posso osservare attraverso la lente della cultura che prevale in quel momento storico.

Il concetto di giusto e sbagliato non è assoluto, ma dipende dalle influenze culturali, religiose, familiari, educative, valoriali, esperienziali, ecc. che hai ricevuto da altri. Anche quando per qualche motivo sei fuori dal coro rispetto alla parte del mondo in cui vivi.

A parte la necessaria premessa, per soli 10 min. ti chiedo di sospendere il giudizio (a prescindere dalla cultura che ti ha influenzato nell'averlo.


Prova ad ipotizzare per soli 10 min. che GIUSTO e SBAGLIATO siano un'illusione. Prova ad immaginare che possano esistere solo SCELTE e CONSEGUENZE. Scelte e conseguenze.

Primo effetto: eviti la conflittualità dovuta al contenzioso verso la ricerca del giusto e sbagliato.
Che generalmente si costruisce cercando improbabili accordi circa i criteri attraverso i quali osservare ed interpretare l'oggetto del "giudizio".

Secondo effetto: stimoli l'assunzione di responsabilità.
Ogni scelta produce una conseguenza; ciò che conta è renderla evidente. Soprattutto quando non è a breve termine. In questo modo ognuno può, se lo vuole, assumersi le responsabilità degli esiti; per ognuno intendo anche una nazione (ad es. rispetto ai governi) o l'intera umanità (ad es. rispetto all'utilizzo delle risorse del pianeta).

Da questa prospettiva "scelta-conseguenze" (che spesso condivido con imprenditori, manager, genitori, educatori, ecc.) è possibile anche alleviare la personale "sofferenza" che deriva dall'entrare in contatto con "l'incomprensibile ottusità" del prossimo...
Il sentimento può alleggerirsi, grazie a ciò che più semplicemente possiamo osservare come "inconsapevolezza circa le conseguenze".

Risulta più semplice anche agire: basta provare a far emergere gli effetti di alcune scelte. (senza aspettarsi che l'interlocutore cambi per forza la sua posizione per la nostra)
Ognuno ha il diritto di scegliere la propria strada, che lo porterà (consapevolmente o meno) alle conseguenze ad essa collegate, funzionali o no per la sua esistenza.
Nel caso in cui quelle scelte impattino sugli altri, questi altri sceglieranno come regolarsi nei suoi confronti (e queste diventeranno le conseguenze del suo atto, sia che risultino piacevoli che dolorose)

Con questa breve storiella provo a concludere: uno dei passeggeri di una nave inizia a fare un buco sul pavimento della propria cabina. Un altro passeggero se ne accorge e gli chiede: "Cosa stai facendo?" E lui risponde: "Non ti riguarda, questa è la mia cabina!"

   

Probabilmente questo rappresenta in metafora lo scenario della nostra vita attuale.

Quindi, in estrema sintesi, credo che ognuno di noi possa scegliere di interpretare il ruolo di "poliziotto, per inseguire e punire tutti i perforatori di nave da cui siamo circondati, o essere un "risvegliatore", per aiutare più persone possibile a diventare adulti, quindi persone che sappiano scegliere con maturità e responsabilità in quale mondo vivere.

L'argomento è davvero troppo vasto per essere sintetizzato qui. Io ci sbatto la testa da anni e riesco a vedere solo la punta dell'iceberg. Spero tuttavia di aver condiviso una manciata di ghiaccio sulla punta della punta dell'iceberg. 

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